Un bel giorno un tizio si trova al governo di un Paese.

Nonostante il cognome agghiacciante, si mette a lavorare per tentare di dare corpo alle sue idee.

Effettivamente sono idee toste, mica i festini di Arcore, diobono!

Ma nemmeno idee come “Ti do 80€ per farti credere che ti aiuto e poi me ne prendo indietro 130, tanto sei un cretino e nemmeno te ne accorgi!”.

No no, parlo di idee grosse.

Idee idee, tipo.

Grazie a queste idee si scontra con la massa che di idee, nemmeno l’ombra.

Si scontra con tutta la comunità europea, che chiama farsi chiamare così per senso di appartenenza, mica perché ce ne sia motivo reale.

Idee talmente spesse che, nemmeno a dirlo, lo portano ad essere candidato all’espulsione dall’orgia europeista.

Che fa il nostro tizio?

Mette in preventivo che il suo gioco duro possa anche non essere gradito alla gente.

Mette in preventivo che accada quella cosa cui non siamo più abituati: che sia la gente a dover decidere se continuare a farsi stantuffare il culo dalla folle Europa oppure no.

E cosa fa?

Cazzo, indice un referendum.

Un referendum vero, tipo.

Uno di quei referendum che il giorno dopo dello scrutinio, si prende una decisione!

E questa cosa ha fatto rabbrividire il mondo.

L’applicazione più alta del concetto di democrazia ha fatto rabbrividire l’Europa.

 

E io che volevo scrivere un post circa i cacciatori di “like” che su facebook pubblicano foto strappalacrime con bambini down, scrivendo “so già che non mi condividerai e non mi metterai un like perché sono brutto..”.

Ma cazzo, se un bambino è down, è down!

Non posso dire che è bello solo perché fa tenerezza!

Non posso mettere un like, come forma di discriminazione.

Il like di compassione, non è un like di apprezzamento.

Brunetta è piccolo e politicamente orrendo: non posso dire che sia alto, slanciato ed intelligente solo per compassione!

Finiamola con queste minchiate!

 

Ecco la differenza tra democrazia e demofollia.

 

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