Io me li vedo gli ebrei israeliani che passano quotidianamente a monitorare il mio misero blog di paese.

 

Devono avere dei sussulti di soddisfazione quando vedono che non parlo di loro per qualche settimana.

 

E si vede chiaramente dallo studio delle mie statistiche.

 

Improvvisamente iniziano a venirmi a trovare un pochino meno, pensando che io stia cambiando idea su di loro.

 

E quindi immagino un dialogo.

 

“Aò, a Vetrà (si perché io gli ebrei israeliani me li immagino con l’accento romano) che te se’ stufato de mannarce a fanculo?”.

 

“Ehmm no, è che non ci siete solo voi e quindi ho il mio bel da fare”.

 

“Si, ma lassa perde…lassa perde che cun noi nun se po vince…”.

 

“Ma io mica voglio vincere! Io accetto tutto, ma sulla mia lapide deve esserci un messaggio del tipo vissuto nella convinzione che gran parte delle rotture di cazzo derivi dal denaro e dal suo uso criminoso, gestito praticamente da coloro che, dopo essere stati vittime della shoah, hanno ben pensato di mantenere vivo il suo ricordo, reiterandolo a danno dei palestinesi.

 

“Ma va a morì ammazzato”.

 

“Vaghe ti e i to morti cani”. (Vacci tu e quei cani dei tuoi morti).

 

Ecco il mio talismano anti israeliano:

 

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