Apprendo solo ora che il nostro Patrick Zaki è stato nuovamente accarezzato dalla giustizia del suo Paese di miserabili.

La carezza, nel caso specifico è stata fatta a pugno chiuso, cosparso di gel lubrificante e a premere sul buco del culo.

Qualche dubbio ce l’ho solo sulla presenza o meno del lubrificante.

Certezza assoluta circa il culo.

 

Come avevo già espresso in altre faccende internazionali come quella dei Marò, nella quale odio ricordare che avevo ragione, anche questa volta vorrei dire la mia.

Patrick è stato condannato a morte.

Patrick è stato fatto rientrare in una situazione di limbo nella quale non si fa nulla né per suscitare la reazione internazionale, né per liberarlo.

Quindi tutti attendono.

Incluso lui, ma in carcere però!

I suoi coglioni ormai sono abrasi dallo strisciare al suolo.

E la comunità internazionale intanto si fa prendere per le terga da una manica di meschini ignoranti guidati solo dal denaro.

 

A tal proposito ricordo che l’Italia è uno dei Paesi che maggiormente influisce sul loro fervido turismo.

Scommettiamo che se se si sospendessimo i voli dei nostri connazionali che beatamente vanno a farsi abbrustolire le chiappe, nel giro di qualche settimana Patrick sarebbe libero?

 

In alternativa Patrick si ammalerà e morirà.

 

Io ve l’ho detto.

 

La vaginetta del giorno:

 

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