Vorrei spendere due parole all’interno di questo blog, per descrivere il fantastico lavoro di programmazione che il nostro Paese ha saputo attuare dall’immediato dopoguerra, per la gestione delle risorse energetiche.

Nucleare: no, non se ne parla;

Idroelettrico: Sì, ma molto poco e con sistemi efficienti come il cervello della Meloni;

Eolico: assolutamente no perché Sgarbi dice che è brutto;

Solare: ammesso ma solo fintamente visto che non ce n’è la convenienza.  Della serie “Se vuoi farlo è solo per una tua soddisfazione personale, ma non perché ce ne sia un vantaggio economico” che è un po’ come scopare col preservativo;

Termoelettrico: si, e infatti fino a qualche anno fa la centrale di Polesine Camerini, dopo essere stata riconvertita a carbone (prima funzionava a olio combustibile) liberava in atmosfera porcherie immonde, fino a quando dalla sponda opposta dell’Adriatico ci hanno scritto una lettera intitolata “O spegnete quella merda o ve la facciamo saltare in aria”.

 

Oggi febbraio 2022 la situazione è questa:

 – arrivano delle bollette che ti fanno rimpiangere l’infezione da covid in forma grave;

 – il pieno della nostra auto costa come l’auto, che già costa come la gestione di una moglie post separazione;

 – i nostri costi di esercizio ci impongono di aumentare i prezzi;

 – la gente non ha soldi che abbiano un potere d’acquisto superiore ad una carruba già ciucciata;

 – le battaglie su chi ce l’ha più lungo tra Putin e Biden mettono a rischio le forniture di gas.

 

Ora devo solo trovare chi mi ha detto: “Vedrai che sarà un 2022 migliore!”.

 

Lo chiederò a lei:

 

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