Volevo parlare di Trump, di Putin, di Venezuela, di giovani che si sparano per strada, di gente che si accoltella nei treni, ma mi limito a dirvi che dal prossimo 12 novembre 2025, non sarà più possibile accedere alle piattaforme pornografiche se non si certifica di essere maggiorenni.
Diciamo subito che ai giovani il sesso non interessa più.
Mica sono come noi che a 14 anni avremmo infilato il pisello anche nelle marmitte dei CIAO, anche se sono stati innumerevoli i tentativi per fortuna falliti.
Qualche risultato si è visto con le marmitte delle moto guzzi, ma quelle sono cose che sono andate poi risolte nei pronto soccorso di chissà quante province italiane
Ai giovani interessano altre cose.
Principalmente a loro interessa il nulla.
L’importante è essere tutti rigorosamente uguali, funerei, omologati, con abiti tanto firmati quanto tristi e con le tasche piene di soldi.
Sostituire il parlare con il boffonchiare.
Comunicare per abbreviazioni che poi oltretutto confondono.
Coprire la testa con un lurido cappuccio anche con 40 gradi.
In estrema sintesi i giovani sono questi.
C’è chi prova pena e c’è chi prova schifo.
Fate voi.
Ma la limitazione del porno a noi brizzolati fa male.
Il porno è l’aggrapparsi a ricordi.
Oppure è la rincorsa di improbabili sogni.
In entrambi i casi quel minimo di furtività aiuta.
Adesso dobbiamo dichiarare di essere maggiorenni probabilmente inviando una foto del nostro triste pene, ormai stanco di controllare se abbiamo correttamente allacciato le scarpe.
Se siate maggiorenni, guardatevi questa:


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