Madonna come mi piacerebbe sorprendermi ancora, scoprendo i vuoti di logica del genere umano!
E invece no.
Ho smesso di farlo molto tempo fa.
Diciamo che mi dedico ad evidenziarli e a cercare di capirli.
Come avrete sicuramente notato, non mi sono dedicato tantissimo alla guerra russo-ucraina.
A dire il vero la seguo con molta attenzione, informandomi da fonti un attimo più autorevoli del TG4 e della Falcetti, che al posto di giornalismo fanno una sorta di teatro di bassa levatura destinato al popolino.
I fatti dimostrano in modo inequivocabile che la guerra russo-ucraina è un’aggressione che calpesta il diritto internazionale e qualche migliaio di norme civili e di guerra, punto.
La comunità internazionale ha utilizzato tutti i canali possibili per dissuadere Putin dal tentativo di conquista, ma senza risultato.
Il mondo invoca il dialogo.
Il dialogo è ciò che si sviluppa dalla comunicazione tra due figure che VOGLIONO risolvere una disputa.
In questo caso, nessuno dei due vuole dialogare: uno non vuole cedere i suoi legittimi territori; l’altro li vuole (e verosimilmente non solo quelli).
Nel frattempo, il mondo continua ad invocare il dialogo senza sforzarsi di capire che la pace non può limitarsi ad un “cessate il fuoco”.
Fate una prova: andate a rubare a casa di coloro che invocano il dialogo e poi ditemi con che tipo di dialogo vi frattureranno il cranio.
Vabbè, fino a qui nulla di nuovo.
Il mondo è sempre stato punteggiato di idealisti abituati a fare i culattoni col culo degli altri, e non ce ne preoccupiamo.
In realtà però ci sono molte altre forme di pressione che sono attuabili.
Basta che vi informiate un attimo e vedrete come l’Europa (e non solo), che per la prima volta ha dato segni di coesione politica, abbia progressivamente attuato delle misure non violente che portino ad un depotenziamento della macchina bellica dell’aggressore, e alla pressione sulla popolazione russa.
Apro una piccola parentesi con la quale vorrei dire la mia circa i russi.
È abbastanza semplice.
Chi sostiene che la gente russa sia tutta pro-Putin a causa della mancanza di libertà dell’informazione, sbaglia.
Chi sostiene che i giovani russi siano pro-Putin, sbaglia.
Quindi esiste una società civile che dissente dalla linea putiniana, ma non è che possa tanto sbandierarlo ai quattro venti.
Potrebbero sparire o morire improvvisamente per cause “naturali”.
Occorre spingere l’opinione pubblica a mettere in discussione il loro dittatore, mettendoli in condizioni di avere qualche disagio.
Di sicuro non paragonabile a ciò che stanno vivendo gli ucraini, costretti a svernare senza energia elettrica e senza gas, su città che appaiono come post-atomiche.
In questo senso si muovono anche le varie federazioni sportive.
Il mondo dello sport permea in modo capillare sul tessuto sociale, da est a ovest e da nord a sud.
Che Putin lo voglia o no.
Molte federazioni hanno escluso le squadre russe dalle competizioni, suscitando da un lato molte critiche da parte di coloro che “questa iniziativa corre il rischio di “punire” anche sportivi che si dissociano dalle scellerate attività putiniane”.
Sicuramente anche molti ucraini sono colpiti anche senza nessuna colpa, ma da bombe però!
Molti altri sostengono che occorre tenere separato il mondo dello sport dal mondo della guerra, dimenticandosi che gli attacchi russi mica si fanno scrupoli di dilaniare corpi di sportivi ucraini!
E allora hanno ragione quelle federazioni che bloccano le squadre russe.
Hanno ragione anche quando colpiscono sportivi “non schierati”.
Hanno ragione a creare disagio, esclusione, limitazioni, danni e discriminazione, proprio perché attualmente il linguaggio russo è questo.
Mi rivolgo alle Sezioni, ai gruppi e alle Associazioni che organizzano contest internazionali: “Siete sicuri che la scelta di ammettere le stazioni russe alle competizioni sia un atto in sintonia con le limitazioni che PACIFICAMENTE attuano la giusta pressione sulla Russia?
Perché non fare la nostra parte affinché l’invasore rientri entro i suoi confini, lasciando in pace l’Europa?
Non si tratta di inottemperanza verso il sacro principio di “amicizia mondiale” che anima il radioamatore.
Si tratta dell’esatto contrario e ogni stazione dovrebbe rispondere ad ogni tentativo di QSO da parte di stazioni russe con un semplice: “SRY HR PEACE STN, 73” o una più esplicita “SRY NO WAR STN, 73”.
È una questione di solidale impegno verso la pace, scuotendo i nostri culetti profumati finché c’è qualcuno che combatte una guerra atroce anche per noi.
73
E siccome il radioamatore medio è un devoto alla vaginetta, ecco il mio dono:
fracatz
Fracatz
Il Vetraio