Oh se era bella!
Bella è ancor poco.
Non mi ricordo il suo nome, ma probabilmente anche quello era bello.
Tutta terribilmente bella.
Perfetta.
Una ragazza bella di un bello che non esiste in natura.
Nel senso che la bellezza in natura è sempre associata alla “naturalezza”.
Cioè una cosa bella, in natura intendo,  non sa di essere bella e non cerca di esserlo di più di quello che già madre natura ha ben pensato di fare.
 
Lei è arrivata all’appuntamento con la sua PORSCHE nera e lucida che, parcheggiata vicino alla mia vespa, le cambiava il colore, trasformandola in un grigio più scuro di quello originale.
E’ scesa dall’auto, anticipata da un raggio di luce bianchissima emessa da quel miracolo di sorriso, con tanto di diamante incastonato sul canino.
Canino sinistro, adesso che ci penso.

 
Io con le mani in tasca e avvolto dal mio vecchio giubbino di jeans, la ammiro camminare verso di mè, protetta dal suo cortissimo corpetto di pelliccia.
 
-Ciao Vetraio! Sei stato gentile a mantenere la tua promessa….-
….ero ubriaco quando ho promesso…..  Ma scherzi? Una promessa è un debito!-
 
E così, chiacchierando e osservandola camminare con le sue sexissime scarpe strette alla caviglia e alte al punto giusto, che la costringevano a camminare come una con le scarpe alte al punto giusto, ci siamo portati verso l’ingresso del ristorante.
 
Io che mi vergognavo come un ladro.
Lei che se la tirava come se fosse stata di latex purissimo.
Forse anche di più.
 
Il problema è che io mi vergognavo a causa sua, mentre lei se la tirava per cause ancora in corso d’accertamento.
Bertolaso è già all’opera.

 
-Se ti dà noia, sposta pure la mia Louis Vuitton sull’altra sedia, ma fai attenzione che non cadano le chiavi della porsche!  Hahaha altrimenti come ci arrivo a casa?-
Ti ci farei arrivare a calci nel culo con i miei stivali da pesca Superga…  Possiamo ordinare da bere?-
-Si grazie, che ne pensi di quel verduzzo dorato da 12 euro?-
-Ottima scelta, prendilo pure.  Io scelgo il cabernet della casa-
 
Nel frattempo la cameriera, che conosco da quando era appena nata, mi guarda e mi fa strane smorfie.
Capisco poi che mi vuole parlare a quattr’occhi.
Ma deve averlo capito anche tutto il ristorante perché quando mi alzo per andare verso la cucina, ho sentito una sorta di sospiro di generale sollievo da parte di quelle due/tremila persone che animavano la sala.
 
-Dì un po’, ma che cazzo ci fa uno come tè con una del genere?-
– Ehmm….Non lo so Carla…….Dice lei che l’ho invitata a cena ma io non mi ricordo perché avevo tazzato* un attimo….-
-Beh, che tu lo sappia…….non che io sia gelosa, ma non è per tè………..-
-Lo so….torno al tavolo….grazie Carla……-
-Mi sono sbagliata: sono gelosa!-
 
E così il tempo passava, scandito da frasi come:
 
“….mi sembra giusto togliersi Damiani e Bulgari prima di coricarsi…..”
“…c’era un sole che senza Gucci non si poteva stare….”
“….ma scherzi? Io uso intimo de la Perla anche se devo andare a trovare mia nonna all’ospedale….”

 
E tra le altre cose, secondo mè parlava con un signore seduto alla fine della sala, altrimenti non mi spiego perché gridasse come un’invasata.
 
La mia ipertrofia testicolare peggiorava di minuto in minuto.
Non è nemmeno bello bere con compagnie del genere………
 
I santi, riunitisi in sessione straordinaria dettata dalle ripetute convocazioni proferite dalla mia bocca, hanno stabilito che la serata finisse.
Ho pagato il conto volentieri e non per gli innumerevoli zeri che lo caratterizzavano.
Ero felice solo che fosse tutto finito.
 
Ticchettando con le scarpette di marca, mostrando tutte le marche possibili stampate sul suo corpo e dandosi l’ultima spruzzata di profumo di marca, la tipa ha ancheggiato verso la porta d’uscita.
 
Un tizio, dopo essersi accertato che la bernarda non lo guardasse, sorride e con volto estremamente compiaciuto, mi mima un pollice sollevato, in segno di apprezzamento per la “compagna”.
 
Io avrei sollevato un altro dito ma mi sono limitato ad una sorta di mezzo inchino in segno di ringraziamento.
 
Fuori piove e il mio casco è pieno zeppo.
Lei ride e io la guardo interrogativo, sistemandomi il collo del giubbino di jeans (marca sconosciuta).
-Dai, ti porto a casa io che piove…..-
Ma non rompere il cazzo……  Ma no, sono abituato e poi adoro la pioggia! (in realtà la odio come tutto ciò che è freddo)
-….dai, vieni con mè che ti porto a casa mia…….ci facciamo due coccole?-
– What?!? Guarda che c’è un errore……-
-E perché mai? Cosa c’è che non và?-
– Ascolta stella, tu sei una tipa troppo…….algida per i miei gusti.-
 
– Algida è una buona marca, no? Magari preferivi Sammontana?-

 
CARLA TI AMO !!

* Tazzare= bere un attimo di più

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16 Comments

  1. utente anonimo

    Rispondi

    Aveva la pelle viola?
    Allora si chiamava Milka la tipa.

    Hahahaha

  2. Rispondi

    algida è un aggettivo che io ho sentito usare una volta sola, riferito alla barbie (non la bambola)… in effetti si somigliano, salvo che per la porsche e i denti….

  3. Rispondi

    Algida. Sei un genio Vetraio, lasciatelo dire. Son pochi gli uomini che in una tale situazione sarebbero riusciti a raschiar fuori un termine così stupendamente desueto! (eppoi vuoi mettere il pericolo che quel diamante incastonato… insomma, vetro e diamante non van mica tanto d'accordo, se ricordo bene).

     

    Viva la Carla! E le donne vere, senza latex nel cervello. (pardon, avevo un mulino con poca acqua, me ne serviva un pochetto oggi).

  4. Rispondi

    anche  a me dicono algida, anzi me lo dico anche io. sembro algida per le persone che non mi conoscono e sono algida con chi non voglio conoscere ma nel primo caso non è che son davvero distante e fredda son solo molto timida….magari era timida……..no, ok (non è che devo giustificare sempre tutti per forza no?)

  5. Rispondi

    @Serrenett: non ho capito se intendi

    1) Carla loves you too
    o
    2) Carla, I love you too

    Sta cosa mi perplime come il risultato delle elezioni.

    No, meno.

    E il finale geniale è frutto di ispirazione che giunge da lontano.
    Un giorno ti dirò da dove, nello specifico.

    @lavespi: no, Carla è una ragazzina di diciottanni che ho tenuto in braccio da piccola.  E' una sorellina che, per quanto bella, resta sorella.
    Le alghe?  No.    Ho fatto un attimo di muffa ma l'ho tolta con l'idropulitrice.

    @momyone: sei stupendamente gentile.  Gentile come una donna d'altri tempi che non ha bisogno d'acqua per il suo mulino.

    @fatina_morgana: eh no!  Io ti dico di no!  Affanculo le feticiste del brand.
    Meglio le donne vere, fiere di essere donne con le gonne.
    Che odorano di donna e che fanno tutte le cose che le donne fanno.

    @vespi et mezzastrega: Uff vespi!!!  Tu sei così come sei.
    Piacevole con i tuoi pregi e con i tuoi difetti.
    Quando frusti e quando algidi.
    Quando impenni e quando vomiti.
    Quando reciti e quando batti il tempo.

    Un cono gusto vespi.

    Ecco

  6. Rispondi

    La seconda… è che in germania ho parlato solo inglese e l'inglese parlato è tutta un'altra faccenda… anche se non è escluso che anche Carla ti ami. 😉

  7. Rispondi

    E' escluso.

    Che l'inglese sia diverso intendo.

    Abbiamo vinto noi su tutto, tranne che sulle bellezze femminili e questo è un fatto.

  8. Rispondi

    il gusto vespi è bello! (questo è il commento ammodino della vespista che sa dosare le parole)
    il gusto vespi! sì leccatemi tutta (è il commento che d'istinto m'era venuto in mente)

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