Domenica si sono ammazzati due coniugi in moto.

Ammazzati nel senso di boom, addio.

Non entro nel dettaglio: non servirebbe a nulla.

Morti sono, e morti restano.

Invece chi rimane è la loro investitrice trovata in contromano e con tasso alcolemico fuori norma.

Questi sono i fatti.

Freddi fatti.

Due morti, una ebete e una schiera di addolorati.

Punto.

 

Le opinioni trovate in rete, pro-morti o pro-autisti, possono essere sintetizzabili così: stop agli ubriachi al volante, ghigliottina, castrazione chimica, crocifissione e tortura del solletico, no alle scie chimiche, no alla torta della nonna che si digerisce a fatica, no allo zucchero raffinato, no a Brunetta come vigile urbano.

(Il quale mi sembra il commento più sensato).

 

Voi non dovete rompermi la minchia con queste cose.

Voi non dovete.

Avete mai usato un qualsivoglia mezzo a due ruote nella vostra vita?

Avete mai provato a percorrere la Romea o la Valsugana?

Se l’avete fatto, sapete già cosa io debba scrivere.

Ma mica a difesa della cretina ubriaca al volante!

No no!

Per descrivere le caratteristiche del motociclista medio.

Ora, voi dovete capire che stiamo parlando di gente che si saluta per strada, per poi schifarsi al bar.

Già questo vi fa percepire che ci deve essere un malfunzionamento da qualche parte, dentro alla loro poltiglia grigia.

Parliamo di gente che usa la moto come sfogatoio.

Come prolunga del pene.

Quella è gente che non fa “un giro in moto”: è gente che deve sentire il brivido al pisello per fare una corsa in moto!

Gente che si prende dei fottuti rischi per fare una corsa in moto!

È gente frustrata dalla vita e che, indossando una tuta di corame e muovendo un polso in su ed in giù, percepisce il mondo un po’ più suo.

La rivolta dell’esercito fantozziano!

E solo nei mesi estivi, sia chiaro.

E mica ci vanno in pista, dove possono sbriciolarsi felicemente le ossa e massacrando le moto a puntino!

Eh no!

Perché la sindrome del cazzo piccolo prevede la mancanza di disponibilità al confronto!

Fanno i coglioni per strada, in mezzo alle auto, nei centri urbani, nelle salite a monte, nei lungomare e in tutti i posti dove qualsiasi ebete non darebbe mai gas a 150CV.

Ma loro non sono ebeti normali!

Eh no.

Loro sono ebeti DOP.

 

Sapete il loro modus operandi?

Eccolo:

 

Rispetto della segnaletica orizzontale: zero;

Rispetto della segnaletica verticale: zero;

Rispetto delle regole del sorpasso: zero;

Rispetto delle regole sulla rumorosità: zero;

Rispetto delle distanze di sicurezza: zero;

Rispetto delle strade pericolose: zero;

Rispetto delle zone di attraversamento animali vaganti: zero;

Rispetto delle omologazioni: zero.

 

E poi ci si scandalizza se si devastano addosso a qualcuno?

E poi si fanno articoli scritti da giornalisti della mia minchia a difesa del povero motociclista vittima dei suv?

E poi si inveisce contro la POLIZIA che li ferma e li punisce?.

 

Dovete andare a farvi fare l’amore nel culo, voi e i finti cultori dello sport motociclistico.

 

La strada è un sistema.

Un ambiente.

Non è una carreggiata di campagna dove si possa rincorrere spensierati la gallina Rosita!

In un sistema esistono necessariamente delle regole, delle priorità e degli schemi.

Quando si scavalcano questi punti di riferimento, prima o dopo ci scappa il morto.

E anche domenica scorsa ci è scappato.

 

Morale: a dare gas sono capaci tutti; è toglierlo che presuppone coraggio.

 

 

 

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5 Comments

  1. Rispondi

    Tutto vero. Però i camionisti, in autostrada, sono peggio dei motociclisti. E magari puoi anche riconoscergli l'attenuante che loro stanno lavorando, tutto quello che vuoi, ma se non hai mille occhi e riflessi da scattare in un miliardesimo di secondo, in duecento chilometri rischi di schiantartici addosso almeno una dozzina di volte.

  2. Rispondi

    Boh, non ci trovo il nesso, però se ti fa piacere annoverare al club degli stronzi anche i camionisti, ci sto.

    Ma in genere tutti coloro che non rispettano le regole, con arroganza.

    • Rispondi

      Sì, lo so che il tuo discorso era tutt'altro, e il nesso con quel discorso effettivamente non c'è. Però in un altro senso sì: il motociclista – spesso, certo, non sempre – si sente invincibile perché è piccolo e si infila dappertutto; il camionista si sente invincibile perché è grosso e se gli vai addosso ti fai male tu. E quindi entrambi si sentono facilmente legittimati a fregarsene delle regole dei comuni mortali.

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