Aeroporto di Doha, in provincia di Sassari.

 

Alla porta d’imbarco, solo un signore molto anziano, barba incolta, viso scavato e con tipica giacca iraniana.

 

BBYLa giacca iraniana è come quella italiana ma tre taglie in più del necessario.

 

I pantaloni invece, idem.

Il personaggio ha con sè uno zaino invicta, colorato come una zitella.

Mi fa tenerezza e mi ricorda il padre Renzi quando deve aver capito cos’è suo figlio.

-Salve, anche lei va aTeheran?-

-Teheran!-

-Sarà contento, immagino!-

-Teheran!-

-Lo prendo come un si…-

-Teheran!-

-Ma dai? Non si direbbe…-

-Teheran!-

-Matteo oggi?-

-Teheran!-

-Dica a suo figlio che è una testa di cazzo!-

-Teheran!-

-Si vabbè, ciao!-

-……-

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3 Comments

  1. Rispondi

    Gli errori che troverete nei post durante i prossimi giorni, non sono merito mio, bensì della tastiera di questa minchia di tablet che porcamadò, io odio.

  2. Rispondi

    La prima vorta che andai in persia i miei vecchi colleghi mi raccomandarono di tenere sempre il passaporto ed il bigliettto aereo in tasca, perché lì gli avvenimenti potevano apparire strani ad un  occidentale, ad esempio supponendo di ferire qualcuno con l'auto i parenti del tizio erano autorizzati a farti al stessa offesa, gli rompevi una gamba, loro te la potevano cioncare, gli rompevi le balle, loro pure e quindi tu capisci quanto fosse necessario arrivare all'aeroporto e rientrare.

    Oggi tutto ciò sarà finito, perché gli anni passano, ci sono le assicurazioni auto,

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