Ci sono giorni comuni e giorni comuni.
Oggi è un giorno comune speciale.
Come le sigarette.
Sono tutte uguali nello stesso pacchetto, ma quella che si fuma al bagno è migliore.
Quella che si elabora, è ancora più migliore del migliore.
(Sempre detto che l’italiano era il mio forte!)
Oggi è la festa del papà.
Una festa della quale non frega più un cazzo marcio a nessuno e che perfino gli interessati rifiutano.
Ho scritto cazzo marcio?
E da dove mi è uscita?
Misteri.
Oggi:
-Ciao Giovanni (mio padre), volevo farti gli auguri….-
-Valà mona, compio gli anni in agosto io!-
-No, erano auguri per la festa del papà. Oggi insomma…-
-A parte il fatto che non ho mai capito se sei figlio mio davvero, gli auguri perché? Saranno mica auguri per diventare padre n’altra volta no?-
-No! Solo che…festa del papà…auguri al papà….no?-
-Quindi alla festa della liberazione farai gli auguri alla merda?-
Il papà è una figura fondamentale con un ruolo forte.
Una figura complementare a quella della mamma.
Si insomma, quelle due figure fondamentali che servono a farti capire come si litiga.
Ma anche con classe e con variazioni di stile che sarebbero da studiare.
Come per esempio, la lite di sponda.
Location: salotto di casa
Presenti sulla scena: Vetraio con entrambi i genitori.
Mamma – Vero? Da un po’ che non ti vedo andare dalla Clara (fidanzata dell’epoca). Ci sono problemi?-
Vetraio- Si, ci siamo lasciati.-
Mamma- Ecco! Se avessi avuto un esempio diverso da tuo padre! E invece ti ha insegnato ad essere incostante! Diglielo a tuo padre! Fallo sentire in colpa! E’ colpa suaaaa!-
Vetraio-Ehmm..Giovanni….Dice tua moglie, che è anche mia madre, che sostanzialmente io faccio errori perché tu sei una testa di cazzo-
Papà- Si certo, e tu sei nato per colpa delle dimensioni della FIAT500….-
Oppure la lite preventiva.
Location: casa
Vetraio nel suo studio, mamma in soggiorno e papà che sale in ascensore (non ancora in casa quindi) rientrando da caccia.
Mamma- Eccoooo! Adesso mi porta a casa tutto il fango del pianeta! Sempre con gli stivali infangati e io che pulisco! Porcodiooo ma stavolta pulisce lui! Vaffanculoooo!-
Vetraio-……….-
Papà- (apre la porta ed entra camminando senza stivali ma con le calze grosse di lana e quindi senza sporcare, come l’ho visto fare per una vita intera. Infatti ha sempre lasciato stivali, armi e prede in cantina. Presente la perfezione? Quasi.)
Sono tutte cose belle.
Quando ci devi convivere, ti esplodono i testicoli, ma quando poi vivi da solo e ci pensi, ti esplodono lo stesso.
Forse di più.
Ma personalmente ricordo i metodi educativi di mio papà.
Paziente come uno con un attacco di diarrea.
Elastico come dell’acciaio al tungsteno.
Dolce come ….mia madre.
Però molto colto, molto educato e molto in genere.
Tutti quei “molto” che i genitori dicono dei figli morti, che sono poi del tutto simili a tutti quei “molto” che i figli non dicono mai dei genitori.
Nemmeno da morti.
I genitori.
Ma oggi voglio dedicare un pensiero a mio papà perché è una persona speciale.
A uno come lui non si può dire –ti voglio bene-!
Ti risponderebbe- Stamme distante reccion!-
Non gli si potrebbe nemmeno dire:- Ehmm…guarda che hai tagliato troppo quella trave e adesso…ne manca un metro….-
Lui ti risponderebbe:- Fatti i cazzi tuoi. A me piace che si vedano le giunzioni…..-
Capito il tipo?
Però io lo invidio.
E adesso lo invidio tanto.
Si, perchè ha avuto il coraggio di fare il papà.
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