Onestamente: non mi reputo complottista.

Non fa parte del mio modo di pensare.

Ecco appunto, pensare.

E quindi non mi sentirete decantare la bellezza della piatta terra o la pericolosità delle scie chimiche.

Però ci sono cose che mi fanno annidare stormi di pulci nell’orecchio.

Mandrie.

Branchi.

Si può dire “branco di pulci?”.

Boh, lasciamo stare.

Ieri l’altro, è stato catturato Matteo Messina Denaro.

Lo Stato vince sulla mafia, un risultato storico e bla bla bla bla.

E ancora bla.

Dati inconfutabili:

  1. Il tizio era latitante da trent’anni, ma mica perchè si trovasse comodamente in Brasile a farsi lisciare il glande da una tettona dalla pelle olivastra; no, era in provincia di Trapani.
  2. Non era in un castello blindato, rinforzato, schermato, armato, protetto e cazzi mazzi; no, era in un appartamento.
  3. Non presentava i connotati cambiati come la Gruber o come la moglie di Totti, per sembrare figo e partecipare ad Amici; no, aveva il suo volto esattamente come previsto dai modelli matematici.
  4. Non è stato catturato appostandosi nella giungla e con azioni da “alla ricerca della pietra verde”, tra liane e trabocchetti tesi dalle solite tettone dalla pelle olivastra; no, è stato catturato in una clinica di Palermo.
  5. Non c’è stato nessuno scontro a fuoco, lotta corpo a corpo, pioggia di sputi, bestemmie ed improperi; no, ha detto semplicemente “Sono Messina Denaro”.
  6. I carabinieri non hanno scelto un luogo che, in caso di conflitto a fuoco, fosse il meno rischioso possibile; no, come dicevo prima, era un reparto ospedaliero dove, se si scatena la sparatoria, muore anche l’ultimo OSS addetto al servizio di lavanderia.
  7. Non è stato legato, imbavagliato, percosso, scalciato, insultato e vilipeso; no, è stato accompagnato senza manette, col rispetto che si riserva ai big, dimenticando che ha ucciso decinaia di persone.
  8. Non c’è stato un tentativo di linciaggio, non hanno dovuto placare la folla inferocita, non hanno dovuto chiamare i reparti celere e cose del genere; No, la gente, tutto sommato lo vede ancora come un intoccabile e lo rispetta.
  9. Possedeva due (dico due) cellulari che sono intercettabili anche dal radioamatore più ubriacone del creato.
  10. Aveva perfino autista e medico che, a loro volta hanno famiglia.   E nessuno sapeva che fosse Matteo Messina Denaro

Vengono solo a me i dubbi?

A me fanno tenerezza quei carabinieri, poliziotti, finanzieri etc che hanno massacrato il loro contenuto scrotale per anni.

Mi fanno tenerezza e hanno tutto il mio rispetto, ma lasciate che vi dica che il mio parere è diverso da ciò che raccontano i tiggì.

Questa non è una cattura: questo è uno scambio, una cessione, “io ti dò e tu mi dai”.

Questa non è la vittoria dello Stato: questa è la prova che lo Stato e la Mafia hanno lo stesso numero civico.

Il soggetto non era latitante: era protetto.

 

Ma potrei sbagliarmi e allora mi pentirò.

Però non vi incazzatevi se vi dico che tra gli inquisiti metterei tutti i palermitani!

Non incazzatevi se vi dico che trent’anni di latitanza, sostituiscono la parola “latitanza” con “connivenza”.

Sì insomma, non arrabbiatevi.

 

La vaginetta di oggi è lei:(non mi piace, ma è in onore di Matteo Messina Denaro)

 

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