Credo poi che nel 1947 spuntò l’UNSCOP (United Nations Special Commitee Of Palestine) che, composto da Stati decisamente esperti di Palestina (non rida la prego, Canada, Cecoslovacchia, Iran, Jugoslavia, Australia, India, Uruguay, Svezia, Paesi Bassi, Guatemala e Perù)decisero che la casa di qualcuno doveva diventare casa di qualcun altro. (A dire il vero, se la memoria non mi tradisce, credo che gli Australiani, rendendosi conto della minchiata, si siano astenuti, o qualcosa del genere).

Questo “qualcun altro” (il palestinese, tanto per essere chiari)sarebbe stato cortese se avesse sorriso, ringraziato e offerto dei pasticcini in segno di pace.

A sue spese, perché non dimentichiamo che stiamo parlando di ebrei.

I:- Posso ridere?

V:- Le sia concesso. E gratis, mica sono ebreo!

I:-Hahahahahaha

V:- Arriviamo al 1947 o 1948, boh ecchissene. Lì succede che un po’ di gente araba (Egitto, Siria, Iraq e altri) decide di dare una mano a quei poveri sventurati di palestinesi, mettendo in piedi una guerra dalla quale ne usciranno perdenti.

Ancora una volta (The power of money).

Da quel momento in avanti succede solo un reiterarsi di violenze gratuite.

E sapete chi ne fa le spese?

Principalmente quegli sfigati di Palestinesi.

Posso bere un sorso d’acqua?

I:- Ma certo, mica sono ebrea!

V:- Quindi la mia risposta alla domanda che lei vorrebbe farmi è: “NO, non li odio”.

Io non odio gli ebrei.

Non odio nessuno per motivi religiosi. Sarebbe un non sense.

Le ho fatto vedere i miei passaporti no?

Ho viaggiato ovunque e non ho mai avuto problemi con le religioni.

I:- Ma ha motivi personali contro gli ebrei?

V:- Ma non più di tanto. Credo che l’ebreo sia perfettamente coincidente con l’Israeliano. La religione è solo una educatissima copertura all’autodeterminazione di uno stato che non esiste.

Non sono cattivi.

Sono semplicemente avidi, presuntuosi e antietici.

Prima le ho detto qualcosa che sono sicuro NON abbia colpito la sua attenzione.

Le ho detto come dalla Shoah abbiano imparato tantissimo.

Ma mica per evitare il reiterare delle atrocità cui sono stati soggetti! Ehnò! Hanno migliorato il concetto di privazioni, di soffocamento e di annientamento senza fase acuta.

La tecnica del pitone. Lo strangolamento progressivo.

Gli ebrei sono felpati e quasi invisibili.

Sono come i clandestini alle feste.

Sai che ci sono e che di solito fanno di tutto per mangiare a sbafo. Se controlli, nelle tasche hanno pure delle riserve, che “non si sa mai”.

Sai che non li hai invitati, ma che faresti una figura meschina a mandarli via, per cui scegli il male minore: te li tieni.

Sai che se permetti loro di usare il bagno, quel bagno diventa loro.

Sai che se gli dai un cazzotto, diventi colui che non ha rispetto verso ciò che hanno subito con l’olocausto.

Sai che se il cazzotto lo danno loro, è solo perché hanno diritto di difendersi.

Insomma, fino ad oggi, l’ebreo ha vinto a mani basse.

I:- E quindi vince l’ebreo punto e basta?

V:- No, assolutamente. Essere ebreo non è una religione: è un patrimonio genetico. Implica una serie di caratteristiche che non appartengono al singolo.

È un fenomeno etnico del quale probabilmente anche dio proverebbe imbarazzo. Si insomma, se fossi loro girerei alla larga dal mar rosso..

Tuttavia è legato ai tempi.

Oggi finalmente la gente sta cominciando a capire cosa voglia dire essere ebreo.

Gli stessi USA hanno fatto dei passi importanti verso l’IRAN che, a differenza dei nostri beneamati israeliani, non ha mai colonizzato nessuno, mai invaso nessuno, mai rotto il cazzo a nessuno. E ha (l’Iran) femmine che parlano di scopare, non di mitra o carri armati.

Le ho fatto vedere la mia tessera di partecipazione ad EUROSATORY, quindi se le descrivo il disagio che si prova nel sentire una donna decantare le doti di un’arma fatta per spappolare un cranio, temo lei possa capire. Anzi no.

Penso che come avviene in un corpo umano, l’infezione verrà incistata, e messa a disposizione dei globuli bianchi.

Perché se religione è, religione deve essere!

I:- Cosa ne pensa dell’ISIS?

V:- Penso che sia una faccia della stessa medaglia. Rompere i coglioni a casa d’altri, scatena delle reazioni che non sempre sono commisurate.

I:- Si sposerebbe una ragazza Israeliana?

V:- certamente! Beh, preferirei una iraniana ma c’è pur sempre qualche israeliana non ebrea; boh, così dicono.

I:-Si sposerebbe una ragazza ebrea?

V:- no, temo di no. Ma solo per farle risparmiare tempo, visto che sono povero in termini di denaro e ricco di avversione alla religione.

I:- Vorrebbe lasciare un messaggio agli abitanti della striscia di Gaza?

V:- Certo: non sarà il Profeta a salvarvi: lo farà la vostra tenacia. Il mondo è con voi.

I:- Ma insomma, lei chi odia?

V:- Vedo che non ha letto proprio tutto il mio blog allora! Mi limito a risponderle così. “Il tartufo e le ascelle femminili depilate” 😉

I:- Qualche chicca sugli ebrei?

V:- hanno l’abitudine di andare per le fiere specialistiche nell’ultima ora dell’ultimo giorno di esposizione, per cercare l’affare, e lì si fottono con le loro mani.

I:- Ha conosciuto ebrei anche fuori Italia?

V:- Soprattutto! Ricordo quelli di Johannesburg che facevano tagliare le corde vocali dei cani che abbaiavano troppo o quelli di Silom a Bkk dove avevano il monopolio delle pietre preziose.

I:-Tra questi chi furono i migliori?

V:- I Casalesi..

I:- Prima di salutarci, intendo ringraziarla per l’intervista e mi auguro di sentire un’ultima frase che faccia da sintesi del suo pensiero, che mi aspettavo pieno di odio ma che in realtà non lo è..

V:- Macchè odio! L’odio non è utile a nessuno. Io ringrazio lei per aver stranamente dedicato tempo ad un blogger piccolo quale sono io. La mia frase conclusiva è “L’ebreo è così povero che non gli rimane altro che il suo denaro..”.

 

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