Un parco.

 

Un ingresso al quale occorre versare un obolo per la manutenzione.

 

In una città come Lahore è il posto di relax per antonomasia.

 

A 40 metri una specie di caffetteria, che non c’entra una sega con una caffetteria vera e propria ma cercate di contestualizzare, diobono.

 

Tra l’ingresso e la caffetteria (che ho capito che non è una caffetteria, ma fate finta che lo sia) c’è una zona dedicata alle giostrine per i più piccoli.

 

Tutt’attorno velatissime mamme che controllano i pargoli.

 

Ci sono anche branchi di mariti che, complice il vento, cercano di scorgere manate di sanissimo pelo Pakistano, a narici spalancate.

 

Tutto intorno migliaia di persone sparpagliate.

 

Chi passeggia, chi gioca a cricket, chi prepara pani di ashish.

 

Entra un talebano, paga l’ingresso e, in compagnia della sua nuovissima cintura farcita di esplosivo e grosse biglie di acciaio, si avvicina alle mamme.

 

Uno normale tirerebbe fuori il pisello e si farebbe una sanissima pippa.

 

Lui invece tira un cordino, magicamente collegato ad un detonatore.

 

Io adesso dovrei descrivervi la scena ma non lo farò.

 

Non vi dirò che ci sono delle madri che non avranno nemmeno un cadavere su cui piangere.

 

Non vi dirò che cosa significhi vedere dei padri svenire, di rabbia e dolore.

 

Non vi dirò cosa significhi per un soccorritore dover lavorare con a disposizione un cazzo di nulla.

 

Tutte cose marginali.

 

C’è però un paio di cose che vi devo dire.

 

Ma ve le dovete stampare in testa.

 

Cioè proprio martellandole nel cervello.

 

Solo qualche ora prima, i ragazzi della mia squadra mi hanno invitato ad assaggiare del loro cibo “visto che per voi cristiani è un giorno di festa”.

 

Per giorni, settimane, io non ho visto un solo gesto di discriminazione religiosa.

 

E abbiamo parlato di religione, di corano e dei problemi che hanno, con coloro “che dicono di essere musulmani ma che non lo sono”.

 

Ecco questo volevo dirvi.

 

NON cadete nella trappola in cui vogliono farvi cadere.

 

Al musulmano è consentito uccidere solo in tempo di guerra e SOLO in defence.

 

La seconda cosa?

 

Beh, sappiate che non mi fa mai paura il volto di un individuo, anche se pazzo.

 

Non mi fanno paura i talebani, gli estremisti e porchiddio vari.

 

Però niente mi fa più paura del viso di una donna che non trova più suo figlio.

 

E che mai troverà, polverizzato da una bomba.

 

Quello racchiude l’odio mondiale.

 

Quello è bomba H.

 

Quello è guerra.

 

Davanti a quello si piange.

 

E io ho pianto.

 

kamikaze

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6 Comments

  1. F.

    Rispondi

    grazie alla globalizzazione abbiamo sfatato anche il vecchio glorioso motto del bombe e buoi dei paesi tuoi

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